Perchè sono poco “social”
- clarissamassaggi
- 5 dic 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Preferire la riservatezza e il contatto diretto: una scelta di vita
In un'epoca in cui la presenza sui social media è diventata quasi una norma sociale, io scelgo di non farne parte. Non perché disprezzi la tecnologia o la condivisione, ma perché credo che la vita privata e la riservatezza siano valori essenziali per preservare la mia autenticità e il mio benessere. Non sento la necessità di mettere in mostra la mia vita personale, di costruire un’immagine virtuale di me stesso o di partecipare alla costante esposizione di sé che caratterizza gran parte delle interazioni online.
Questa scelta nasce dal mio desiderio di concentrarmi su ciò che è davvero importante per me: vivere le mie esperienze in modo autentico e profondo, senza la pressione di doverle condividere con un vasto pubblico. Preferisco dedicare il mio tempo a cose che hanno un impatto reale e diretto sulla mia vita, come interazioni significative con le persone che mi circondano e attività che nutrono il mio spirito e il mio corpo, come pratiche di rilassamento, lettura, camminate all'aria aperta, o conversazioni faccia a faccia.
Il contatto diretto è ciò che apprezzo maggiormente, perché credo che le relazioni più genuine e soddisfacenti nascano da esperienze condivise in un contesto intimo e personale. È proprio in questi momenti che posso davvero conoscere gli altri e permettere agli altri di conoscermi, senza filtri o distorsioni. Il mondo virtuale dei social media, purtroppo, tende a rendere le relazioni più superficiali e spesso più stressanti, con la continua esigenza di “performare” e di avere la validazione degli altri. Per me, invece, è più gratificante concentrarmi sulle interazioni reali, dove posso essere pienamente me stesso, senza l’influenza delle opinioni o degli algoritmi.
La riservatezza, quindi, non è un rifiuto della comunicazione, ma una forma di rispetto per me stesso e per gli altri. Mi consente di proteggere la mia privacy e di fare in modo che i miei spazi personali, emotivi e mentali non vengano invasi o manipolati. In questo modo, posso dedicarmi a ciò che mi fa star bene senza la costante necessità di giustificare o spiegare ogni mio gesto.
Inoltre, preferire un'esistenza più riservata non significa rinunciare alle connessioni umane; al contrario, credo che la qualità delle relazioni sia più importante della quantità. Concentrandomi su esperienze reali e autentiche, ho l'opportunità di costruire legami più profondi e duraturi, che non si basano sull’immagine o sull’apparenza, ma sulla sostanza e sull’empatia.
In sintesi, essere poco social non è un atto di isolamento, ma una scelta consapevole di focalizzarmi su ciò che è veramente essenziale per me: vivere una vita equilibrata, senza il bisogno di esporre ogni dettaglio, ma mantenendo intatti i legami più autentici e significativi.
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